venerdì 27 gennaio 2017

Tra memoria e ricordo 2

“SE COMPRENDERE È IMPOSSIBILE, CONOSCERE È NECESSARIO”


L’Olocausto, più comunemente noto con il termine di Shoah, è uno degli eventi più terribili e commoventi della storia dell’umanità. Non è stato solo lo sterminio da parte dei nazisti di milioni di Ebrei. La Shoah ha sconvolto la vita di molta gente comune, malati, zingari, politici polacchi e spagnoli e tante altre persone che hanno visto i loro sogni, le loro speranze e i loro cari sparire, come il fumo nei lager.
Nel corso del mese di febbraio, per gruppi, tutte la classi della Scuola si sono recate al Museo MAGMMA di Villacidro, per ammirare una serie di opere d’arte, quadri e disegni, creati da un uomo che ha vissuto sulla propria pelle l’orrore del campo di sterminio: Walter Lazzaro.
Walter nasce a Roma il 5 dicembre 1914. A soli 18 anni, nel 1932, tiene la sua prima mostra personale a Roma, ottenendo subito lusinghieri consensi di pubblico e critica. Nel 1942, mentre svolge il servizio militare, subisce le conseguenze degli eventi bellici: viene fatto prigioniero dalle truppe tedesche a Tirana l’8 settembre 1943 e deportato nel campo di prigionia di Biala Podlaska, in Polonia, quasi al confine con la Russia. Il periodo della prigionia, con i travagli e le sofferenze fisiche e morali, ha conseguenze rilevanti sulla sua pittura. La sua personalità ne esce rafforzata dalla Fede e la sua arte si rivolge verso la ricerca più approfondita dell’animo umano. La figura umana, nella sua completezza, scompare dalle sue opere dopo la prigionia, quasi che il rapporto con l’essere umano si sia interrotto. Continua invece a produrre ritratti, nei quali viene dato risalto soprattutto agli occhi. Occhi che parlano, che esprimono la personalità intima del soggetto. Muore a Milano per le conseguenze di un incidente stradale, il 3 marzo 1989.
Abbiamo camminato a lungo. Arrivati al museo, il Sig. Marchionni, in modo eccelso, ci ha guidato nel cammino della tragica esperienza dell’artista, attraverso i suoi quadri, pieni di sentimento.

Sara Nonnis e Davide Mocci, 2a B












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